All’inizio di un nuovo anno è sempre tempo di bilanci.
Anche lo storico dei dati prodotti da UAC Meter è sufficientemente esteso (8 settimane nel 2011) da consentire un’analisi di trend e mettere in evidenza le tendenze riscontrate negli ultimi due mesi dell’anno.
Partiamo dall’offerta quotidiana delle testate sotto osservazione: il numero di articoli misurati dal meter ogni giorno è sostanzialmente costante. La media di 1.305 articoli per giorno è sistematicamente superiore nei giorni feriali e inferiore nei weekend, con un picco di 1.680 pezzi l’8 novembre (giorno dell’annuncio delle dimissioni del premier Berlusconi) e un minimo di 557 il giorno di Natale.
Un trend diverso – e ben preciso – si può invece osservare per il numero complessivo di Sharing Acts (somma di Facebook Likes, Tweets e +1 su Google+).
Qui la tendenza è verso un deciso calo, da un valore superiore ai 200mila SA nei primi giorni di novembre, ai 150mila di metà dicembre fino a scendere sotto i 100mila di fine anno. E’ presto per dire che questo trend sia indicativo di una progressiva disaffezione alla socializzazione delle news online. Novembre è stato un mese senza vacanze e denso di suspense mediatica (dimissioni del governo Berlusconi, crisi dei debiti sovrani, nuovo governo Monti) mentre Dicembre è per metà composto da giorni di festa e vacanza. Con Gennaio vedremo se la ripartenza del ritmo abituale di fruizione della Rete riporterà il numero di SA ai livelli di Novembre.
Il secondo trend evidente è dato dal numero di Tweets a confronto con il totale degli Sharing Acts: la componente di Twitter è in crescita a partire da fine novembre e raggiunge i massimi verso fine anno. In altre parole, se in Novembre i Tweets contribuivano solo al 3% del totale degli SA, in dicembre superano quasi sempre il doppio di questo livello. Quindi Twitter in crescita? Possiamo pensare che questo canale stia acquistando peso nell’amplificazione dei contenuti editoriali in Rete? No, non sembra ancora così.
Un’analisi più attenta mostra che al calare del numero di SA aumenta il peso di Twitter. La correlazione tra il numero di SA e il numero di Tweets per giorno è significativa e risulta pari a -0,81. La spiegazione più plausibile è nel fatto che l’attività di amplificazione prodotta da Twitter è più stabile di quella prodotta da Facebook (vero dominatore del fenomeno). Quando sale il numero di SA questo è in larga parte prodotto dai Likes su Facebook mentre i Tweets rimangono costanti. Quando l’amplificazione della Rete scende, ciò si deve in gran parte al minor numero di Facebook Likes mentre i Tweets rimangono sostanzialmente della stessa entità (intorno ai 7.500 al giorno).
Possiamo ipotizzare una prima conclusione: l’amplificazione prodotta da Twitter è un più stabile nel tempo e indipendente dalla portata degli eventi mediatici, quella su Facebook è più “umorale” e segue con maggior coinvolgimento le vicende dell’attualità. Ne capiremo di più man mano che potremo analizzare i dati su scale di tempo più lunghe.
Infine, l’aggregazione dei dati per testata offre la possibilità di produrre una mappa di affinità testate con Twitter e Facebook. Qui a fianco vedi una rappresentazione del fenomeno in tre dimensioni: la dimensione delle bolle è pari al numero complessivo di Sharing Acts prodotti sulla testata nel periodo considerato (dall’8 novembre al 31 dicembre). Per darti un’idea, su Repubblica.it ci sono stati 2,2 milioni di SA, su Corriere.it 1,6 milioni.
Sull’asse orizzontale trovi il numero medio di Facebook Likes per articolo mentre su quello verticale vedi il numero medio di Tweets per articolo. Alcune testate mostrano di avere maggiore affinità con Twitter piuttosto che con Facebook. Sono quelle in alto e sinistra: Sky, Wired, Il Post, Linkiesta. I grandi quotidiani tradizionalmente cartacei rimangono nella media, con la leadership de Il Fatto Quotidiano sia in termini di Tweets che di Facebook Likes per articolo.
E Google Plus? Sempre sotto l’1% degli Sharing Acts e nessun trend crescente.
Lasciamo passare Gennaio e poi vediamo cos’è cambiato: il fenomeno dello User Amplified Content (UAC) è solo all’inizio della sua evoluzione.