Lo stato d’animo dell’Italia: la serenità non è giovane

“Ciao, come stai?”

La più classica delle domande che rivolgiamo alle persone che incontriamo, l’abbiamo fatta agli italiani.

Nella consapevolezza che non si può ambire a un paese florido senza una società felice e che, da come stiamo, dipende molto di ciò che facciamo.

Il primo dato è che, tutto sommato, gli italiani se la passano bene, un dato simile a quello registrato nello stesso mese dell’anno scorso (Maggio 2024 / Maggio 2023).

Se però analizziamo in profondità segmenti specifici  della popolazione scopriamo che ci sono parecchie differenze che concorrono a formare questa media.

I più felici sono gli abitanti delle regioni montane: Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige hanno infatti tassi di sentimenti positivi più alti della media.

Anche chi ha figli, specie se più di uno, mostra livelli di serenità più accentuati.

Dal punto di vista del genere, la differenza tra uomini è donne è lieve (0.31 le donne, 0.38 gli uomini, su un indice da -1 a 1) ma sono comunque gli uomini a stare meglio.

Se esaminiamo l’occupazione, chi ha una professione a tempo pieno e chi è in pensione mostra maggiori livelli di benessere psicologico. I più inquieti sono, invece, gli studenti e chi sta cercando un impiego. Potremmo pensare che sia solo il reddito a influire su questo spaccato ma le cose non stanno proprio così: approfondendo questa variabile vediamo che sì, al crescere del reddito si sta meglio, ma oltre una certa soglia invece non conta più quanto si guadagna.

Questa dato sembra parlarci del desiderio degli italiani di poter condurre una vita “normale”: non doversi preoccupare di beni di prima necessità come la casa, la salute, l’istruzione (i nidi, per esempio).

Come mostra efficacemente il grafico di will (elaborazione su dati OECD e INAPP), la ridottissima crescita dei salari rispetto al prezzo delle case, unita ai tassi di inflazione e a scelte poco lungimiranti nell’ambito della sanità pubblica, ha reso difficile a molti fare le cose più essenziali, per esempio curarsi o acquistare la prima casa, o continuare a lavorare dopo il primo figlio. Il dato sembra quindi dirci che gli italiani non chiedono la luna: infatti chi ce l’ha, non è più sereno.

Un altro dato che può sorprendere è che gli stati d’animo più positivi sono via via più presenti al crescere dell’età.

Le ragioni di questa correlazione sono davvero molto articolate e ampie: vediamo se possiamo fare un po’ di chiarezza.

Sono ormai molto numerose le ricerche che riguardano i giovani e l’ansia: dai 18 ai 35 anni si registrano tassi molto elevati di malessere psicologico. Ecco alcune ragioni:

  1. L’ansia da prestazione suscitata dai modelli proposti dai social network, di vite immerse nel privilegio e corpi sempre perfetti (per approfondire, puntata 1 e 3 di Sigmund: un podcast de ilPOST che parla, insieme a professionisti nel campo della psicologia, di società e giovani )
  2. Diffusione del modello neoliberista del lavoro: una relazione, quella di oggi, che appare particolarmente sbilanciata a favore della prestazione a discapito delle ricompense. Per approfondire Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo  (HarperCollins2023) e La Società della performance (2018) di Maura Gancitano Andrea Colamedici)
  3. Il cambiamento climatico
  4. Difficoltà di affrancarsi dai genitori e stabilire una propria indipendenza economica e personale (complice la generazione, rinominata da Stefania Andreoli, dei Super Genitori: per approfondire Perfetti o felici di Stefania Andreoli)
  5. La sovrabbondanza di stimoli e informazioni a discapito del reale, del concreto. Come dice Byung-Chul Han “dobbiamo tornare a interessarci del reale”. Ne parla in Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale.
  6. Il sistema scolastico che, riforma dopo riforma, ha di fatto aumentato le disuguaglianze e il livello di stress degli studenti

Non stupisce, alla luce di queste analisi, che sia difficile essere sereni da giovani e che all’aumentare dell’età, ci si senta più sicuri.

Per un’analisi approfondita puoi consultare la dashboard interattiva, aggiornata ogni mese.

METODOLOGIA: Human Highway ha misurato lo stato d’animo di un ampio campione di italiani a partire dal mese di febbraio 2023 utilizzando il modello PANAS.

Il PANAS (Positive and Negative Affect Schedule) è uno strumento basato su un modello psico-metrico sviluppato nel 1988, in grado di valutare l’umore su due dimensioni indipendenti, l’affettività positiva e quella negativa. Le informazioni sono raccolte analizzando una serie di aggettivi che descrivono diversi stati emotivi e il risultato è uno valore dato dalla differenza tra gli stati d’animo positivi e quelli negativi.

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