Attenzione a Whatsapp

Un articolo di TechCrunch di qualche giorno fa ha portato all’attenzione uno dei fenomeni del momento sulla Rete. Il successo di Whatsapp non lascia indifferenti i grandi player e la piccola società californiana è entrata da qualche tempo nel mirino di Google e Facebook, che hanno forse già provato a fare un’offerta di acquisto. Whatsapp, fondata tre anni fa da due ex-Yahoo, ha finora rifiutato le offerte, almeno ufficialmente. Con soli 20 dipendenti e 8 milioni di finanziamento, continuerà da sola il lavoro di sviluppo e diffusione del suo semplicissimo servizio di messaggistica multi-piattaforma alternativo agli SMS. Nel mese di Ottobre 2011 la società ha gestito un traffico di 1 miliardo di messaggi a al giorno e nell’agosto di quest’anno ha superato il numero dei 10 miliardi al giorno: si tratta di 115.740 messaggi al secondo, come fieramente riportato sul blog della società.

Un fenomeno di queste proporzioni e che cresce di 10 volte in dieci mesi non può passare inosservato e non produrre conseguenze profonde. Gli SMS quindi moriranno presto e con essi svaniranno in pochi anni gli svariati miliardi di ricavi che le compagnie telefoniche sono riuscite a costruire su un sistema di bassi costi ed elevatissima marginalità.
Ma la grande attenzione su Whatsapp non deriva solo dalla natura disruptive del suo servizio. Ci sono almeno altre tre considerazioni da fare per comprendere l’importanza del fenomeno:

20121205_WhatsApp_01[1] Whatsapp sta tessendo la trama di un nuovo social network. Non si vede sul Web, come Facebook o Twitter, ma c’è. Ci sono centinaia di milioni di utenti nel mondo che hanno trasferito i propri contatti e le proprie relazioni su Whatsapp. Se Whatsapp costruisse un hub sul Web dove renderle visibili e fruibili, vedremmo emergere il tessuto di queste relazioni al momento nascoste. In poco tempo nascerebbe sul Web una convincente alternativa a Facebook. Facebook non ne sarebbe contenta;

 

20121205_WhatsApp_02[2] Il tasso di adozione del mobile Internet è esplosivo e Whatsapp ha costruito in questo contesto un servizio rilevante per l’utente, ben funzionante, cross-platform e (quasi) gratuito. In Italia al momento ci sono 12 milioni di individui con uno smartphone connesso a Internet e il loro numero aumenta del 30% all’anno. Gli smarpthone nel mondo sono un miliardo e in alcuni paesi emergenti, l’India per esempio, il traffico Interne da device mobile è superiore a quello prodotto con i PC tradizionali. Per Skype (Microsoft) e compagnie telefoniche Whatsapp è un problema;

20121205_WhatsApp_03[3] Whatsapp promuove il proprio servizio con un ingrediente ideologico molto forte: rifiuta di costruire un modello di business basato sulla pubblicità (sul sito si legge: “Remember, when advertising is involved you the user are the product”) e al momento la sola fonte di ricavo è costituita dalla vendita dell’applicazione. E’ chiaro, però, che se non sarà la pubblicità classica a mantenere in vita il servizio, dovrà essere qualche altra forma di valorizzazione della customer base, dal geo-targeting, al couponing, ai sistemi di pagamento da device mobile. Qui potrebbero essere in tanti ad avere un’opportunità.

Seguire il destino di Whatsapp è quindi molto istruttivo per comprendere la traiettoria di sviluppo del mobile Internet. Una nostra recente ricerca sull’utilizzo di Whatsapp in Italia presenta dei numeri già molto interessanti: 3 milioni di utenti quotidiani, per due terzi sotto i trent’anni e per due terzi uomini, 2 milioni su smartphone Android e 800mila su iOS.