Sono passati 13 anni dalla prima ricerca sul ruolo dell’online nella diffusione di informazione di attualità, allora condotta insieme a Liquida. Ai tempi, il tema caldo dell’informazione era la veloce affermazione dei blog e il nuovo modello di testata partecipata, aperta ai commenti e ai contenuti dei lettori. Rileggendo ora i risultati del 2009 ti accorgi di quanto tempo sia passato: dal desktop al mobile, dai blog ai social, dal testo al video e all’audio, dall’adv tabellare alla programmatica, dal free al pay, e l’elenco potrebbe continuare.
L’aggiornamento della ricerca annuale iniziata nel 2009, e ottenuta grazie a 26.000 interviste condotte in tredici edizioni, consente di identificare non solo i cambiamenti di oltre un decennio ma anche ciò che è cambiato in misura ridotta o, addirittura, è sempre rimasto uguale.
Partiamo dai cambiamenti. La somma netta delle persone online che alimentano la domanda di informazione di attualità supera i 20 milioni di individui nel 2022 rispetto ai 13,4 milioni del 2009. I lettori abituali di informazione sul Web sono il 43% delle persone online, ovvero 17,6 milioni, mentre 4,5 milioni di persone online leggono i quotidiani cartacei almeno quattro volte alla settimana. La quota di lettori abituali su App è cresciuta velocemente tra il 2009 e il 2014 per poi stabilizzarsi intorno al 20% (oggi corrispondente a poco più di 8 milioni di individui).
Oltre 11 milioni di individui online consultano l’informazione di attualità utilizzando solo le testate sul Web. La quota esclusiva di lettori via App o su carta è dieci volte inferiore. Oltre un milione e mezzo di individui sono lettori abituali in tutte e tre le modalità.
Nei primi anni dieci il potere informativo dei mezzi di comunicazione è stato influenzato dalle due grandi innovazioni del sistema: la diffusione dei Social Network e la fruizione dei contenuti online in mobilità.
Nonostante questo, e la diffusione del digitale a livelli ormai coincidenti con l’intera popolazione, una cosa non è mai cambiata dall’inizio delle rilevazioni: il ruolo centrale e decisivo della televisione. L’esperienza d’incontro con una notizia, riportata spontaneamente dai lettori in risposta a una domanda su una “notizia recente che viene in mente appena ci pensi”, conferma la forza della televisione: la metà degli intervistati ricorda di aver appreso la notizia da questo mezzo, un dato sostanzialmente stabile lungo tutti gli anni in cui è stata svolta la ricerca. L’analisi, inoltre, rivela che i mezzi tradizionali (TV, Radio, carta stampata) hanno tuttora un potere informativo maggiore rispetto al sistema dei mezzi digitali, anche all’interno della popolazione online rappresentata nella ricerca.
L’atomizzazione dell’informazione e la diffusione di singole notizie al di fuori del contenitore editoriale (la testata) ha amplificato il problema della credibilità e dell’autorevolezza delle fonti. Questo tema si ripercuote anche sui canali di diffusione delle notizie e investe con particolare forza Facebook. Il Social ha un evidente problema di autorevolezza e attendibilità: per ogni persona che incontra sul proprio feed notizie di attualità senza dubitare della qualità dell’informazione, 7 persone hanno un atteggiamento critico. Il dato è il più elevato dei mezzi analizzati e non è una peculiarità dei social (Twitter, per esempio, ha un valore molto più basso) ma un problema specifico di Facebook. I massimi livelli di affidabilità sono assegnati ai mezzi classici e ai quotidiani online, cioè la versione Web o App dei quotidiani cartacei.
I tratti dell’informazione di qualità che si aspettano gli italiani sono riassumibili nell’aderenza ai fatti e oggettività, la competenza e accuratezza, la libertà e l’autorevolezza.
Nell’ultimo anno si impone una tendenza già osservata nel 2021 e cioè una maggiore domanda di accuratezza, che diventa un elemento ancor più importante dell’oggettività. Il particolare contesto internazionale del 2022 ha generato un aumento della domanda di copertura mondiale mentre nel tempo si osserva una diminuzione dell’importanza della tempestività.
Il 40% del campione è in grado di associare al mix di caratteristiche dell’informazione di qualità il nome di una testata: tra le top 12 testate citate si contano 4 TG, 3 quotidiani di origine cartacea, 3 reti televisive, 1 trasmissione TV di approfondimento e un’agenzia di stampa. Insomma, l’informazione di qualità è tutta online ma non viene dall’online.
Alla domanda su quale sia una testata che si possa ritenere un esempio di infrormazione di qualità, il 74,5% dei rispondenti ha indicato almeno un nome. Il dato è elevato, e in crescita, e segnala che l’offerta editoriale è in grado di soddisfare un’ampia porzione dei lettori abituali di informazione di attualità.
L’aggregazione delle testate citate spontaneamente dai rispondenti come risposta alla domanda precedente sono state aggregate in macro-categorie. Ancora una volta, la TV (in particolare grazie ai telegiornali e ai programmi di approfondimento) si conferma il mezzo più in grado di rispondere alle caratteristiche di qualità dell’informazione richieste dalla società.
Il report completo della ricerca è disponibile per il download.