Amazon in Italia: un decennio di crescita e la sfida dei resi

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A dieci anni dall’avvio delle sue principali operazioni in Italia, Amazon si conferma un punto di riferimento imprescindibile per gli acquisti online. Secondo i dati raccolti dalla piattaforma di ricerca di Human Highway, LogLine, il colosso dell’e-commerce ha registrato una continua crescita in termini di clienti, volumi di transazioni e frequenza di acquisto.

Numeri da record
In un decennio, il numero di account acquirenti attivi è aumentato di oltre il 150%, mentre il volume complessivo degli ordini è cresciuto di ben 16 volte. Anche la frequenza media di acquisto risulta quasi sei volte superiore rispetto a dieci anni fa: oggi, ogni account effettua in media più di due ordini al mese, a testimonianza di un’abitudine di acquisto ormai consolidata.

La questione dei resi
All’interno di questo successo si cela però una sfida importante: la gestione dei resi. Se nel 2014 l’incidenza dei resi era del 4,1%, nel 2022 era quasi raddoppiata fino a toccare il 9,9%, per poi assestarsi all’8,6% nel 2024. La politica di reso di Amazon – con tempistiche di restituzione generose, spedizioni gratuite e rimborsi veloci – costituisce indubbiamente un elemento di vantaggio competitivo che ha contribuito a fidelizzare i clienti nel corso degli anni. Al contempo, però, la quantità di resi genera costi aggiuntivi per la piattaforma, per i venditori, e ricadute non trascurabili sull’ambiente e sui prezzi finali. Secondo alcune stime, nel 2024 sarebbero stati gestiti circa 40 milioni di resi in Italia.

Prospettive e soluzioni
Per affrontare il problema, appare sempre più importante puntare su un approccio integrato che coinvolga sia l’uso di tecnologie avanzate, sia l’educazione del consumatore. Fornire informazioni di prodotto più accurate, ad esempio, riduce la probabilità di acquisti sbagliati. L’impiego di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, in grado di analizzare rapidamente le preferenze e i comportamenti di acquisto, può migliorare i suggerimenti personalizzati e prevenire ordini effettuati con leggerezza.

Parallelamente, premiare i clienti che restituiscono meno prodotti, attraverso sconti o programmi fedeltà ad hoc, potrebbe contribuire a incrementare la consapevolezza in fase di acquisto, consolidando una relazione più responsabile tra venditore e acquirente.